Assassin’s Creed III

Storia

Il gioco riprende esattamente dove era finito Revelations.

Desmond si risveglia dal coma nell’Animus dopo aver ricevuto, da Giove in persona, istruzioni su come prevenire il cataclisma solare, previsto per il 21 dicembre 2012, usando un vecchio tempio dei Precursori situato a Turin, nel moderno Stato di New York.

Nel gruppo è presente anche William Miles, padre del protagonista con cui Desmond ha un rapporto conflittuale, che è l’attuale Mentore degli Assassini moderni. Aperta la porta con la Mela dell’Eden e accesi i macchinari interni, Desmond sviene per l’effetto osmosi e viene reinserito nell’Animus, dove rivive i ricordi di due suoi antenati inglesi, Haytham Kenway, vissuto tra l’Inghilterra e il Nord America, nel XVIII secolo, e Connor Kenway, figlio di Haytham.

Nel 1754, Haytham uccide, durante un’esibizione all’Opera di Londra, un anziano nobile: un Assassino di nome Miko a cui poi ruba un medaglione, che si rivelerà essere un manufatto dei Precursori, che funge da chiave per il Tempio americano nel quale si trovano i protagonisti nel presente.

Pertanto, Haytham riceve l’ordine, dai suoi superiori, di andare nelle colonie nel Nuovo Mondo, per aprire il Tempio e carpirne i segreti.

Dopo mesi di viaggio e peripezie, Haytham giunge nelle colonie, dove trova e riorganizza i suoi confratelli locali: Charles LeeWilliam Johnson, Thomas Hickey, Benjamin Church e John Pitcairn.

Per raggiungere il Tempio, Haytham cerca di farsi amico la tribù Mohawk, che da sempre abita la zona in cui gli Assassini sospettano si trovi il Tempio, perciò uccide in battaglia il crudele e fanatico Generale Edward Braddock, colpevole di voler sterminare e schiavizzare i nativi, in nome del progresso e della civiltà.

Nel mentre, Haytham conosce la nativa Mohawk Kaniehti, della quale si innamorerà: la donna, in seguito, porterà in grembo, a sua insaputa, suo figlio.

Ottenuta l’amicizia nativa, Haytham scopre con stupore che il medaglione non apre il tempio, perciò la missione si rivela un fallimento.

Haytham decide comunque di rafforzare l’Ordine nelle colonie, ma si scoprirà, con un grande colpo di scena, che Kenway non è un Assassino, bensì un Templare, con grande sgomento da parte di Desmond e dei suoi compagni.

La trama quindi si focalizza sul figlio mezzosangue di Haytham, la cui infanzia idilliaca nella valle abitata dalla tribù di sua madre viene terribilmente interrotta dalla Guerra dei sette anni, durante la quale il villaggio viene distrutto dalle truppe inglesi, su ordine di George Washington, al fine di evitare alleanze tra nativi e francesi. Il piccolo protagonista assiste impotente alla morte della madre, evento che Connor attribuirà a Charles Lee.

Poco prima dell’incendio, inoltre, il piccolo fa la conoscenza di Lee e degli altri, che lo aggrediscono verbalmente e fisicamente, vicino al villaggio. Circa dieci anni dopo, Connor, che esprime più volte la sua insofferenza verso la politica isolazionista della tribù, viene a contatto con un manufatto dei Precursori, custodito dalla Grande Madre.

Il manufatto scatena in lui una visione in cui Giunone gli ordina di unirsi agli Assassini per combattere i Templari, al fine di proteggere il Tempio e di recuperare il medaglione e nasconderlo, almeno fino a quando il predestinato, ovvero Desmond, non dovrà usarlo per accedere alla parte interna dell’ipogeo e salvare così il mondo.

Connor abbandona la tribù e attraversa le terre selvagge, fino a raggiungere l’ultimo Assassino americano sopravvissuto al massacro templare di qualche anno prima: Achille Davenport.

Il vecchio e ottuso mentore si era rifugiato da parecchio tempo nella sua Tenuta, sentendosi ormai solo e abbandonato, dopo aver perso figlio e moglie in una grave epidemia di brucellosi e dopo la rovinosa distruzione del ramo coloniale della Confraternita degli Assassini.

Dopo aver ridato speranza all’anziano mentore disincantato, Connor viene accettato come seguace dal vecchio, che gli dà il nome del figlio morto, per l’appunto Connor, al fine di confondersi meglio nella società razzista degli europei.

A questo punto, Connor dovrà destreggiarsi per tutta la durata della guerra di indipendenza, all’incirca dal 1775 al 1783, tra il tentativo di rifondare la Confraternita, il reclutamento di nuovi adepti per liberare le tredici colonie dai Templari, il sostegno ai patrioti americani con lo scopo di fondare una nuova nazione basata sull’uguaglianza e la libertà e la salvaguardia della sua tribù d’origine.

Inoltre, dovrà guidare spedizioni marittime a bordo del veliero Aquila, di proprietà della Confraternita, per liberare le rotte commerciali e il tratto atlantico coloniale da pirati ed inglesi, entrambi manovrati nell’ombra dai Templari e comandati dal Gran Maestro Haytham e dal suo pupillo, Charles Lee, nel frattempo divenuto per Connor nemico giurato, come lo era stato Rodrigo Borgia per Ezio Auditore.

Connor, il protagonista del gioco

Alla fine della guerra, Connor ottiene la sua vendetta: è costretto ad uccidere il padre, nonostante provasse per lui sentimenti contrastanti, e infine riesce anche ad eliminare il crudele Lee, ma nonostante ciò capisce che c’è ancora molto da fare.

La neonata nazione, però, non ha perso la vecchia mentalità razzista e imperialista inglese, ai danni delle minoranze native e afroamericane.

Nonostante per anni tra i coloni ribelli fossero diventate popolari le parole di libertà e uguaglianza, la schiavitù rimane una triste realtà sociale.

Al danno si aggiunge anche la beffa, quando Connor scopre che la sua tribù ha dovuto abbandonare il territorio vicino al Tempio, a causa del neonato governo americano, che ha comprato il terreno dei nativi, che lo hanno ceduto per pagare i debiti di guerra, costringendoli a spostarsi.

Alla fine, Desmond ottiene il ricordo voluto, ovvero l’ubicazione del medaglione: Connor lo ha nascosto nella tomba del vero Connor Davenport, sepolto vicino al padre Achille, morto di vecchiaia qualche anno prima.

All’esterno dell’Animus, Desmond dovrà andare in posti quali Manhattan e Brasile, usando le abilità apprese con l’osmosi da Connor, Ezio e Altair, con l’obiettivo di recuperare i dispositivi energetici degli antichi per riattivare le macchine che dovranno poi salvare il mondo.

Durante queste missioni, Demsond si scontrerà con Daniel Cross, la spia Templare che nel 2000 aveva ucciso il vecchio Mentore e portato gli Assassini sull’orlo della distruzione totale.

Il finale di queste missioni avviene nella stessa struttura dell’Abstergo a sud di Roma, dove il protagonista era tenuto prigioniero nel primo Assassin’s Creed. Desmond è costretto a tornarvi per salvare il padre William, catturato dai Templari durante il recupero di un manufatto in Egitto.

Una volta all’interno, Desmond assassina Cross e usa i poteri della Mela per liberare il padre e uccidere Warren Vidic, responsabile del progetto Animus e antagonista del ragazzo fin dal primo capitolo della saga.

Ora che padre e figlio si sono riappacificati e sono di nuovo in possesso del medaglione, e dopo aver aperto la tomba di Connor Davenport, il gruppo apre la parte bloccata del Tempio.

Qui, gli Assassini trovano un piedistallo che, stando alle parole di Giunone, la quale è sempre stata presente nel corso del gioco, sotto forma di ologramma senziente, deve essere attivato dal giovane Miles, per salvare il pianeta dall’imminente eruzione solare, destinata a spazzare via l’umanità.

A sorpresa, appare Minerva, che avverte gli Assassini di non farlo: Giunone in realtà è malvagia e desidera solo conquistare il mondo e schiavizzare gli umani, che odia poiché li considera la causa della fine del suo popolo e di tutti coloro che lei amava.

Minerva e Giove avevano infatti tentato di ucciderla e avevano intrappolato il suo corpo nella zona inaccessibile del Tempio, perché la dea non attuasse il suo folle piano.

Giunone però sopravvisse e utilizzò la tecnologia trascendentale per trasferire la sua coscienza nel Grande Tempio, guidando gli eventi attraverso i secoli, in attesa di essere liberata.

Minerva spiega poi a Desmond e compagni che devono lasciare le cose come stanno e permettere alla tempesta solare di spazzare via la maggior parte dell’umanità.

Desmond, in seguito, guiderà i sopravvissuti diventando una nuova guida spirituale per la rinata umanità e le sue parole sopravviveranno molto tempo alla sua morte naturale.

Come sempre accade nei cicli millenari della civiltà umana, però, le sue parole e la religione da esse derivata verranno distorte nei secoli e utilizzate per schiavizzare le masse, come già successo nelle ere precedenti.

In caso contrario, solo Desmond può attivare la macchina, poiché solo lui possiede il DNA dei Precursori, fonte necessaria per accenderla. L’attivazione della macchina, però, lo ucciderebbe.

Desmond si trova quindi di fronte alla prospettiva di lasciar morire l’umanità attuale, solo per tener prigioniera Giunone, anche se, molto probabilmente, ciò si sarebbe perpetuato ancora, in un continuo ciclo temporale.

Il ragazzo però si rifiuta di farlo, sostenendo che c’è sempre una speranza e che non è detto che la Confraternita non possa trovare, in futuro, un modo per combattere Giunone. Decide perciò di sacrificarsi, dicendo addio al padre, con cui si era da poco ritrovato, e agli altri due confratelli, ordinando loro di lasciare il Tempio.

I tre obbediscono riluttanti e Desmond attiva il macchinario, che genera una sorta di campo difensivo attorno al globo, simile a un’aurora boreale, che tutela la vita e la civiltà dalle radiazioni solari, spezzando così un ciclo di distruzione e creazione del pianeta perpetuato per troppo tempo.

Ma l’energia sprigionata è tale da condurre Desmond alla morte.

Circa quindici ore dopo la sua morte, due agenti Abstergo prelevano il cadavere di Desmond.

Durante i titoli di coda Giunone, ormai libera, torreggia sul cadavere di Desmond, dicendogli che ha interpretato bene la sua parte, ma ormai è tempo che lei interpreti la sua, quindi se ne va.

Dopo i titoli di coda, assistiamo all’epilogo delle vicende di Connor che, dopo aver ereditato la villa e la proprietà di Achille, si reca nel sotterraneo dove sono conservate le armi e gli abiti dell’Ordine, staccando i quadri di tutti i Templari, per poi bruciarli.

Quindi, il ragazzo si reca all’aperto e stacca dall’entrata il Tomahawk che aveva piantato lì quando dichiarò guerra aperta ai Templari, a simboleggiare la fine della sua missione.

Dopo aver saputo della sopracitata partenza del proprio popolo, Connor si reca a New York, dove è testimone della cacciata degli inglesi dal suolo americano: sta avvenendo l’effettiva nascita degli Stati Uniti d’America, nonostante sia chiaro il senso di tristezza e malinconia che percuote il nativo, resosi conto ormai di non aver portato a termine la sua promessa nei confronti del suo popolo, scacciato dai suoi stessi alleati.